Azienda Speciale Almici: crediti di imposta inesistenti e revoca del Presidente della RSA

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Di seguito la ricostruzione cronologica dei fatti di cui siamo venuti a conoscenza sulla base di quanto scritto in due note separate da Organismo di Vigilanza (24/04/2020) e revisore dei conti (27/04/2020) della RSA. Si tratta di passaggi tecnici lunghi e abbastanza complessi ma che crediamo sia giusto rendere noti ai cittadini. 
Ricostruzione cronologica della vicenda
-  12/07/2019: il Sindaco Ventura nomina, con decreto n. 41/2019, Pierpaolo Frassine Presidente dell’Azienda Speciale Almici;
-        09/11/2019: i consiglieri di Rezzato Democratica presentano un’interrogazione al Sindaco in cui si evidenzia che il Presidente della RSA, lavorando in ruolo apicale presso una cooperativa che fornisce servizi per RSA e CDD, potrebbe avere un potenziale conflitto di interessi. Si chiede al Sindaco quali verifiche abbia fatto e cosa intenda fare per evitare questo potenziale conflitto di interessi;
-   14/11/2019: il Sindaco Ventura risponde all’interrogazione di Rezzato Democratica, ed emerge che:
o   non erano stati fatti controlli sulle autodichiarazioni di assenza di conflitti di interessi, compresa quella del Presidente della RSA;
o   secondo il Sindaco “allo stato attuale non sussistano potenziali conflitti di interesse”, anche perché “i poteri gestionali sono riconosciuti in capo al direttore”;
o   il Sindaco ribadisce che “non si ravvisa l’esistenza di un potenziale conflitto di interessi rilevante”;
09/03/2020firma tra Presidente della RSA e una società di consulenza di un contratto di consulenza fiscale e contabile ed ulteriore specifico incarico per determinare il credito d’imposta di cui all’art. 3 del DL “Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo” (cosa che l’Azienda Speciale Almici non ha mai fatto). Tale società di consulenza è stata fondata solamente nel giugno 2019 con un capitale sociale di € 1.000,00, ha un socio unico e un amministratore unico. La società viene incaricata di determinare il valore di un credito di imposta per “attività di ricerca e sviluppo” (in realtà mai svolte dalla RSA). Nel contratto era previsto un onorario pari al 60% del credito di imposta calcolato, oltre all’IVA (imposta che per l’Almici è indetraibile perciò costo puro), il che significa che il ritorno per l’Azienda poteva essere massimo del 18%.
In questo contratto era inoltre previsto che la società di consulenza potesse operare quale intermediario nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e pertanto potesse redigere ed inviare le dichiarazioni fiscali con deleghe di pagamento in completa autonomia.
Per questo incarico era stato previsto che la società di consulenza venisse pagata immediatamente dopo aver utilizzato in compensazione a mezzo F24 il predetto credito.
-        12/03/2020: un commercialista esterno di Vicenza, non il revisore dei conti della RSA, certifica un credito di imposta riferito all’anno 2015 in realtà inesistente;
-   17/03/2020: una dichiarazione integrativa IRAP per l’anno 2015 viene trasmessa all’Agenzia delle Entrate per recuperare un credito di imposta inesistente (del valore di ben € 464.670,00!). In tale dichiarazione integrativa la sopra citata società di consulenza fiscale risulta solo quale soggetto incaricato della trasmissione del documento e non come soggetto compilatore della dichiarazione;
-        17/03/2020: la società di consulenza fiscale emette la prima fattura;
-  18/03/2020 e 10/04/2020: sono trasmesse alcune deleghe F24 che riportano la compensazione di crediti di imposta inesistenti con imposte dovute (pari a complessivi € 91.020,42);
-    18/04/2020: la società di consulenza fiscale emette la seconda fattura. Il totale delle due fatture emesse è pari € 54.612,25 + IVA. Entrambe le fatture risultano essere state pagate dalla RSA Almici alla società di consulenza fiscale
-      21/04/2020: la direzione generale avverte il revisore dei conti e il giorno seguente invia a quest’ultimo tutta la documentazione relativa alla vicenda;
-  22/04/2020: il revisore dei conti viene a conoscenza dei fatti, chiede documenti e informazioni ed invita l’Azienda Speciale a non pagare le parcelle alla società di consulenza fiscale, che però erano già state pagate; 
-    23/04/2020: il contratto con la società di consulenza fiscale viene risolto e si chiede la restituzione degli onorari pagati;
-        23/04/2020: è dato mandato al “vero” consulente fiscale della RSA perché predisponga un ravvedimento operoso per conto dell’Azienda Speciale.

-        24/04/2020: l’Organismo di Vigilanza scrive una mail al revisore evidenziando che:
o   non esiste nessuna documentazione a supporto della presentazione del credito di imposta;
o   la dichiarazione è stata presentata con l’indicazione di un rappresentante legale non più in carica e con vari errori;
o   il credito di imposta indicato (€ 464.670,00) era completamente inesistente;
o   considerato che parte del credito inesistente è stato utilizzato in compensazione (€ 91.020,42), c’è il rischio di potenziale “reato tributario” e di potenziale reato di “truffa ai danni dello Stato” a carico dell’Azienda speciale come responsabilità dell’Ente (d.lgs 231/2001); tali reati potenziali avrebbero potuto portare a sanzioni interdittive come la sospensione dell’attività dell’Azienda Speciale e dell’accreditamento della RSA presso Regione Lombardia (e quindi alla chiusura della struttura!);
o   chiede di procedere al ravvedimento operoso;
o   chiede di chiedere il rimborso alla società di consulenza;

-    27/04/2020: il revisore dei conti scrive all’Azienda Speciale, al Sindaco e all’assessore delegato Zanca evidenziando che:
o   il credito di imposta certificato dal commercialista esterno di Vicenza (€ 464.670,00) era inesistente, essendo riferito ad “attività di ricerca e sviluppo” che non sono svolte dalla RSA e per altri evidenti motivi, e la compensazione di parte di questo credito (€ 91.020,42) “non trovano la benché minima giustificazione”;
o   la società di consulenza ha avuto un comportamento “gravissimo” per “proprio diretto, quanto illegittimo, interesse (onorario 60%)”, per l’inesistente credito d’imposta, che è penalmente rilevante per il professionista certificatore (rilascio di dichiarazioni mendaci e consulente tecnico che incorre in colpa grave);
o   la certificazione dei crediti di imposta avrebbe dovuta essere fatta dal revisore ufficiale e non da un revisore esterno (inadempimento dell’Azienda Speciale);
o   il ravvedimento operoso comporterà per l’Azienda il pagamento di ritenute e contributi dovuti, il pagamento di sanzioni e interessi legali, il blocco delle azioni penali nei confronti dei titolari di cariche direttive e l’inapplicabilità di sanzioni interdittive di cui al d.lgs 231/2001 (sospensione attività e accreditamento);
o   resta aperta la questione del danno avuto dall’Azienda;
o   il revisore valuterà i danni patrimoniali e la denuncia all’autorità giudiziaria.

-   28/04/2020: il Presidente della RSA scrive al Sindaco e all’assessore delegato Zanca, dicendo che l’iniziativa con la società di consulenza fiscale è stata promossa da lui perché conosceva già tale società per attività svolta presso l’azienda in cui lavora;
-        28/04/2020: il Sindaco revoca, con decreto n. 8/2020, il mandato al Presidente, in quanto:
o   con le note dell’Organismo di Vigilanza e del revisore dei conti sono state rilevate gravissime irregolarità gestionali;
o   con i comportamenti adottati si è posto in palese ed incontrovertibile posizione di conflitto di interessi con la stessa Azienda di cui sarebbe il legale rappresentante”.
Molte domande restano ancora aperte: chi ha disposto il pagamento del 60% di onorario alla società? Quanto dovrà pagare l’Azienda Speciale di sanzioni e interessi legali? La Giunta comunale intende fare esposti ufficiali e chiedere i danni? 

Siamo venuti a conoscenza della revoca del Presidente della RSA solo leggendo il decreto del Sindaco dello scorso 28 aprile. Solo in quel momento ci è stato possibile chiedere l’accesso agli atti per fare luce sull’intera vicenda. Nell’interesse dei cittadini rezzatesi, degli ospiti e di tutti gli operatori che continuano a lavorare con impegno, competenza e dedizione, continueremo ad approfondire questa vicenda che ha messo a gravissimo rischio la nostra RSA Almici dopo anni di buona gestione. 

Commenti

Unknown ha detto…
ottimo lavoro. Commplimenti ragazzi!
m.capretti
Gino M. ha detto…
Ho letto la replica di ieri del sig. Sindaco Ventura dove, fra le altre cose, diceva che quella del sig. Frassine è stata, cito testualmente, una "leggerezza".
Ecco, proprio perché siamo amministrati da persone di questo genere è necessario che alzi la voce chi è all'opposizione ma, mi.verrebbe da dire, anche chi, cittadino di Rezzato, non sopporta un l'arroganza e la "leggerezza".