Il punto sulla discarica Castella

Crediamo utile fare il punto sulla discarica Castella, un impianto di smaltimento rifiuti che la Provincia ha autorizzato nella parte sud del nostro territorio, nonostante la contrarietà delle amministrazioni Danesi e Giacomini. Questo anche perché purtroppo negli ultimi giorni abbiamo letto alcune ricostruzioni, come quella pubblicata su “Il Punto”, da parte della nuova Amministrazione Ventura che dimenticano molti passaggi importanti.
E’ vero che nel 2007 l’allora Sindaco firmò una “lettera di intenti” con Garda Uno per l’ipotesi di una discarica: non era però né una autorizzazione (che era invece di competenza esclusiva della Regione), né un via libera, tanto che nel 2008 una lettera ufficiale del Sindaco (atto di ben diverso valore) comunicò che il Comune, dopo gli approfondimenti che erano nel frattempo stati fatti, era decisamente contrario alla discarica. Il passaggio precedente era dovuto al fatto che, avendo Garda Uno informato la Giunta di Rezzato di avere chiesto l’inserimento dell’area “Cascina Castella” nel redigendo Piano Provinciale di Gestione Rifiuti, il Comune voleva capire se c’era modo di operare il controllo di ogni passaggio dei conferimenti, contenendo al contempo l’escavazione, la quale stava per raggiungere la falda, con la conseguenza di rendere non più recuperabile il terreno, e creando dunque danni irreversibili alle comunità di Castenedolo e Buffalora, poste a sud dell’area.
Dopo un esame approfondito, come si diceva, la strada venne ritenuta non meritevole di essere percorsa.
Nell'agosto 2011 la società Castella s.r.l. presentò alla Regione, senza interpellare il Comune, una prima richiesta per una discarica di 1.890.000 metri cubi di rifiuti e per un vicino impianto che avrebbe trattato 170 tonnellate al giorno di rifiuti.
Il Comune di Rezzato si oppose fortemente da subito, portando motivi tecnici e studi scientifici: si sarebbe trattato di un impatto eccessivo sulla salute e sull'ambiente. La contrarietà del Comune venne ribadita in ben 5 conferenze dei servizi e in decine di lettere ufficiali!
La Giunta richiamò per completezza anche la lettera di intenti, pur superata dalla lettera del 2008, rimarcando gli elementi che la disattendevano: l’escavazione era proseguita a ritmi forsennati, fino al temuto raggiungimento dell’acqua, l’area era diversa e ben maggiore, la cascina Castella era crollata ed era in atto un contenzioso legale con la proprietà, infine, la puntuale indicazione dei rifiuti conferiti evidenziava la non compatibilità con l’ambiente circostante.
L’Amministrazione collaborò anche con i Comuni vicini (Brescia, Castenedolo, Mazzano) e con associazioni e comitati per rafforzare la posizione contraria.
La Regione alla fine non autorizzò la discarica Castella s.r.l. nel febbraio 2016, fermandola con un provvedimento di valutazione ambientale negativa (al link lo trovate per esteso, se volete approfondire l’argomento), dicendo che il progetto non era sostenibile ed il territorio aveva già troppe criticità, come sempre sostenuto dal Comune di Rezzato.
Questa fu una grande vittoria, perché va ricordato che nelle autorizzazioni di discariche il parere del Comune non è vincolante per chi poi le autorizza (Regione o Provincia).
Nel dicembre 2016 arrivò una seconda richiesta di discarica da parte della società “La Castella s.r.l.” all'interno della stessa cava di prima (la cava Gaburri), ma nella parte più verso nord. La richiesta fu presentata questa volta alla Provincia (la competenza nel frattempo era passata da Regione a Provincia).
Il progetto era diverso dal precedente: meno rifiuti conferiti (905.000 metri cubi), meno tipologie di rifiuti ammissibili, più distanza dalla falda acquifera, assenza dell’impianto di trattamento. L’impatto era minore del precedente progetto, ma l’Amministrazione ritenne che sul nostro territorio non c’era spazio per nessuna discarica: ricominciò l’opposizione, sempre basata su fatti e dati.
Il Comune diede il suo parere contrario in 5 conferenze dei servizi e con ben 24 lettere ufficiali e, ancora una volta, coinvolse anche i Comuni vicini ed i comitati per lottare insieme.
Purtroppo nell'ottobre del 2018 la Provincia autorizzò comunque la discarica “La Castella”. Per chi volesse approfondire, a questo link trova il decreto ufficiale della Provincia.
A quel punto il Comune decise di ricorrere al TAR per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione, motivandolo sia con carenze del procedimento amministrativo, che, soprattutto, problemi ambientali e di salute irrisolti.
Siamo arrivati ai giorni nostri: il TAR con sentenza del 13 giugno 2019 ha rigettato il ricorso del Comune, dando il via libera alla realizzazione della discarica.
Come detto da sempre, noi crediamo sia necessario continuare la lotta alla discarica al Consiglio di Stato. Abbiamo anche letto ed approfondito le 68 pagine della sentenza del TAR e siamo convinti che ci siano motivi che giustificano ampiamente l’appello.
La nuova Amministrazione Ventura, con un comunicato ufficiale, ha detto che “si riserva di valutare” per un “eventuale ricorso in appello”. Con interrogazione il nostro gruppo consigliare ha ufficialmente chiesto se l’Amministrazione intende continuare ad opporsi alla discarica facendo appello al Consiglio di Stato.
L’attuale Sindaco in campagna elettorale ha ribadito il no alla discarica: siamo perciò fiduciosi che si confermi la posizione che le Amministrazioni hanno portato avanti fino ad oggi per oltre 10 anni: no alla discarica!

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