Il 25 Novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Per tale occasione, il Consiglio Comunale di Rezzato ha approvato una mozione unitaria contro la violenza sulle donne, come proposto dal Tavolo Istituzionale delle Donne. Riportimao di seguito l'intervento congiunto della Capogruppo RD Silvana Archetti e della capogruppo RDL Manuela Orioli.


Manuela: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza come “l’uso intenzionale di forza fisica o di potere, minacciato o messo in atto che causa o che ha un’alta probabilità di causare lesioni, morte, danno psicologico, difficoltà nello sviluppo o deprivazione”.

Molte sono le forme di violenza subite dalle donne: l’abuso sessuale, fisico ed emozionale da parte del partner intimo o d altri membri della famiglia, la persecuzione (stalking), le molestie sessuali o l’abuso da parte di figure d’autorità, i delitti d’onore…l’OMS considera la violenza di genere come una priorità per la sanità pubblica e una violazione dei diritti umani: un problema troppo spesso ignorato o sottostimato, anche perché una delle forme più comuni di violenza è quella domestica”.

Silvana: “Il Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri ad adottare misure per la tutela della salute e la sicurezza delle donne definendo la violenza domestica come atto criminale e ha invitato gli stessi stati membri ad assumersi l’obbligo di prevenire, istruire e punire tali atti di violenza, offrendo in tal modo una protezione alle vittime.

Sono stati sollecitati i governi a mettere in atto politiche efficaci di sensibilizzazione e campagne di informazione per porre la popolazione nella condizione di conoscere ed essere educata sul tema.

La prevenzione della violenza dovrebbe prevedere interventi che aumentino l’istruzione e l’opportunità per le donne e le ragazze, e che riducano le disuguaglianze di genere, nonché programmi peri ragazzi che crescono in famiglie con violenza domestica, in quanto vi è un rischio maggiore che essi stessi diventino adulti violenti”.

Manuela: “Solo il 7% delle donne che ha subìto violenza da parte di un partner, lo denuncia. Il sommerso continua, quindi, ad essere la norma. Inoltre, e ben più grave, appare il dato che il 33,9% delle donne che subiscono violenza dal partner e il 24% di quelle che l’ hanno subita da un non partner, non parla con nessuno delle violenze subite.

Nel silenzio si consuma la violenza e dal silenzio continua ad essere avvolta. I danni sulla salute fisica e psichica che la violenza determina sono quindi non prevenibili se non si attivano risorse e soluzioni innovative in grado di spezzare la spirale che incatena in un medesimo destino anche le generazioni future.
Studi internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza, che oltre ad essere un grave evento traumatico ed un’esperienza intollerabile che annienta il senso di integrità personale, provoca danni di lungo periodo ed è anche fattore che origina una serie di patologie rilevanti per la popolazione femminile.
Sono stati condotti studi sulle patologie ginecologiche, gastroenterologiche, sui disturbi alimentari, disturbi d’ansia e attacchi di panico.
Particolare attenzione è stata data dall’ L’Organizzazione Mondiale della Sanità alle patologie mentali e alla depressione.
Fra le donne che hanno subito violenza si riscontra anche una maggiore frequenza di suicidio”.

Silvana: “Subire violenze ,essere insultata, umiliata, controllata, terrorizzata e minacciata, stuprata, presa a schiaffi, a pugni, a calci, sbattuta contro un muro o contro un vetro, strangolata fa indubbiamente male alla salute. C’è davvero qualcosa di sorprendente? Eppure la violenza sulle donne e le sue conseguenze sono state ignorate nella società e nei servizi sanitari fino a solo pochi decenni fa.

Oggi sappiamo che la violenza su una donna, quasi sempre compiuta da uomini come il marito o il fidanzato, è frequente, e che le sue conseguenze possono essere devastanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “la violenza contro le donne rappresenta un problema di salute enorme. A livello mondiale, si stima che la violenza sia una causa di morte o disabilità per le donne in età riproduttiva altrettanto grave del cancro e una causa di cattiva salute più importante degli effetti degli incidenti stradali e della malaria combinati insieme”.

Manuela: “Le conseguenze della violenza sulla salute possono essere dirette, cioè un’aggressione fisica, oppure indirette cioè sono scatenate dallo stress e mediate dal malfunzionamento del sistema immunitario, e possono colpire qualsiasi organo o funzione comprendendo quelle psicologiche e comportamentali”.

Silvana: “Il sistema sanitario dovrebbe impegnarsi meglio e di più per ridurre le conseguenze della violenza di genere, sia sul piano assistenziale che organizzativo: maggiore consapevolezza del problema; supporto per le vittime; più informazioni sulle risorse disponibili per le donne vittime di violenza: assistenza legale, centri di assistenza per donne e bambini e sportelli anti-violenza.

Svolgere, inoltre, la funzione di amministrazione per ridurre le disuguaglianze di genere, di cui la violenza è a un tempo causa e conseguenza. Tali diseguaglianze non sono peraltro da considerare in isolamento in quanto il loro impatto sulla salute si interseziona con altri assi delle relazioni di potere quali le classi sociali e le razze.

E’ in questo quadro che le Nazioni Unite hanno lanciato nel Gennaio 2011, una nuova agenzia ONU che si occuperà dei problemi che affliggono le donne, dalla mortalità materna alla violenza, per ovviare alla scarsità di risorse e all’insufficiente coordinamento che contribuiscono a rendere difficile il contrasto alle questioni di genere”.

Manuela: “Tutti i gruppi consiliari qui rappresentati, con queste riflessioni, ribadiscono con forza il sostegno alla mozione appena letta, acquisendo e matenendo i propositi in essa richiesti”.

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