Il Comune ha in cassa risorse che non può spendere, perchè?

Cosa è il patto di stabilità?

Il Patto di Stabilità Interno (PSI) nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/P.I.L. inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico delle AA.PP./P.I.L. convergente verso il 60%).

Stabilito l'obiettivo per ogni Paese è dovere di ogni Governo, anno per anno, decidere come ripartire gli obiettivi di risparmio tra ministeri, regioni, province e comuni.

Chi e’ assoggettato al patto di stabilità?

Tutti i comuni superiori ai 5.000 abitanti, le province e le regioni sono tenuti al rispetto del patto di stabilità.

Perché a causa del patto di stabilità il comune ha delle risorse che non può utilizzare?

Oggi il meccanismo del patto di stabilità prevede un conteggio diverso per le spese correnti (servizi erogati durante l’anno) e per le spese in conto capitale (investimenti) e prevede l’azzeramento dei surplus accumulati negli anni precedenti. Per la prima tipologia di spesa si utilizza il criterio della competenza, mentre per la parte in conto capitale si utilizza il criterio della cassa (non posso spendere più di quanto ho incassato nell’anno). Così formulato il patto di stabilità sembra non porre problemi gestionali in quanto in nessuna famiglia ben amministrata nessuno si sognerebbe di spendere più di quanto incassa; un semplice esempio numerico può aiutare a chiarire le idee.

Per semplificare le cose poniamo di assoggettare un bilancio famigliare al patto di stabilità: nell’anno 2010 la famiglia Rossi guadagna tramite il lavoro dei propri membri 25.000 € ed incassa 700.000 € a fronte di un’eredità ricevuta. Nello stesso anno la famiglia spende circa 20.000 € per le spese ordinarie (cibo, spostamenti, scuola dei ragazzi, medicinali, ecc….) e decide di aspettare ad investire i 700.000 € ricevuti inaspettatamente (entrate straordinarie).

Nel 2011 la famiglia Rossi continua a ricevere come corrispettivo del proprio lavoro 25.000 € ed a spendere 20.000 per esigenze ordinarie e decide di impiegare 300.000 € dei 700.000 € ricevuti l’anno prima per l’acquisto di una casa. Come si vede dalla tabella sotto riportata, se la famiglia Rossi fosse stata assoggettata come i comuni italiani al patto di stabilità, non avrebbe potuto acquistare la casa nonostante tale acquisto si potrebbe ritenere ragionevole per due motivi:

- la famiglia non spende per spese ordinarie più di quanto incassa;

- il costo della casa è decisamente inferiore all’eredità ricevuta.


FAMIGLIA ROSSI

2010

2011

Entrate correnti

25.000

25.000

Spese correnti

20.000

20.000

SALDO CORRENTE

5.000

5.000

Entrate in c/capitale (cassa)

700.000

0

Uscite in c/capitale (cassa)

0

300.000

SALDO CAPITALE

700.000

-300.000

SALDO TOTALE

705.000

-295.000

Rispetto del Patto di Stabilità

No

Inoltre ogni anno il Ministero dell'Economia e delle Finanze decide un saldo-obiettivo per ogni comune: anche se ci fosse un perfetto equilibrio tra entrate ed uscite di cassa la cifra posta come saldo obiettivo rimane per il comune una cifra incassata che non può essere spesa per servizi ed investimenti. Questa cifra pari a 64.987 € nel 2010 è stata elevata per il 2011 a ben 332.000 €.

Il Comune quindi si ritrova con somme stanziate e già incassate che paradossalmente non possono essere spese!


Che conseguenze comporta il patto di stabilità?

Nel 2009 oltre il 15% dei comuni lombardi non ha potuto rispettare il patto di stabilità per mantenere gli investimenti e pagare le aziende che hanno effettuato lavori e servizi. Tra il 2003 e il 2007 i loro investimenti sono diminuiti del 18% a causa dei vincoli imposti dal patto e per il 2010 si stima che almeno un terzo dei comuni lombardi non riuscirà a rispettare i limiti e che gli investimenti crolleranno del 30% (dati ANCI Lombardia).

La tematica del patto di stabilità è stata esposta con la maggiore semplicità possibile, rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti ed approfondimenti.

Davide Giacomini


Commenti

Anonimo ha detto…
Sono sempre più convinto che il VERO federalismo fiscale sia una soluzione intelligente!
Questo non vuol dire che i leghisti siano intelligenti!!?
Anonimo ha detto…
L'alternativa sarebbe non rispettare il patto, ma questo cosa comporterebbe?

Paola
Redazione ha detto…
Il mancato rispetto del patto comporta sanzioni molto pesanti per i comuni tra cui il divieto di assumere personale e l'impossibilità di accendere nuovi mutui ma soprattutto il taglio dei trasferimenti pari alla somma di sforamento del patto (un comune che non rispetta il patto per 500.000 € si vede decurtati i trasferimenti per lo stesso importo).